Restauro e riuso del Pio Loco delle Penitenti

Maura Manzelle
Cannaregio (VE)

RESTAURO E RIUSO DEL PIO LOCO DELLE PENITENTI

Il complesso del Pio Loco delle Penitenti, ex ricovero per prostitute e ragazze da redimere realizzato a partire dal 1730 da Giorgio Massari, è ora destinato a residenza per anziani non autosufficienti, centro diurno per malati di Alzheimer, servizi di quartiere. Il complesso è localizzato in una zona un tempo di margine della città, lungo il rio di Cannaregio, a ridosso dell’area dove avrebbe dovuto sorgere l’Ospedale progettato da Le Corbusier.
Il progetto di restauro e riuso è stato selezionato con un Concorso Internazionale bandito nel 1998. Il progetto coniuga le istanze del restauro e della conservazione di un edificio storico con le istanze del riuso, conservando ove possibile l’irregolarità e la morbidezza delle superfici antiche, a confronto con la precisione dei nuovi interventi.
La concezione comunitaria della vita viene ripresa, nel rispetto dell’individualità e della privacy, realizzando luoghi con diverso grado di fruizione, dal più privato al pubblico.

L’intero complesso, laico anche se l’impianto è di tipo conventuale, era progettato per ridurre al minimo i punti di possibile contatto delle Penitenti tra loro e con l’esterno. Oggi è al contrario preminente l’obiettivo di aprire comunicazioni tra le parti del complesso e tra questo e il quartiere, per cui i sistemi di collegamento sono stati potenziati inserendo tre nuovi edifici metallici, che contengono scale e ascensori, e sono stati studiati e valorizzati tutti i varchi di relazione con il tessuto urbano.
Il dislivello che fisicamente separa il recente quartiere residenziale popolare posto a nord, fino ad ora segregato e privo di servizi e quello storico verso sud viene mediato con scalinate e rampe che, modellando la vasca in c.a. di difesa dall’invasione dell’acqua alta, diventano occasione per una lunga panchina che invita a raccogliersi nello spazio antistante, rinnovato spazio pubblico.
Il quartiere e la città dovranno riconoscere in questo complesso una parte, organizzata e protetta, del proprio tessuto urbano, un’area restituita alla comunità, che offre servizi.