Museo Bailo

Studiomas architetti
(Marco Rapposelli, Piero Puggina)
e Heinz Tesar
Treviso
foto Marco Zanta

MUSEO BAILO

l Museo Bailo, destinato a ospitare la collezione di arte moderna della città di Treviso, si trova entro la sua cerchia muraria cinquecentesca, lungo il rettifilo alberato di Borgo Cavour, che conduce alla Porta cittadina di Santi Quaranta; l’edificio è arretrato rispetto al filo stradale, è fronteggiato dalla chiesa di Sant’Agnese e fiancheggiato dalla Biblioteca Comunale. Esso occupa la sede di un convento il cui primo nucleo risale all’inizio del XIV secolo; ricostruito alla fine del XVI secolo, raddoppiato con un secondo chiostro nel 1856, demolita la chiesa annessa per costruire la biblioteca nel 1871, apre finalmente come museo nel 1889. Nel 1944 un pesante bombardamento ne distrugge la facciata e parte del chiostro Sud; ricostruiti nel 1952, la facciata perde tutti gli apparati decorativi. Nel 2000 il museo chiude, le collezioni sono trasferite in altra sede; nel 2010 il Comune ottiene un finanziamento europeo che gli consente di mettere in gara la progettazione del restauro e dell’allestimento e di avviare i lavori. Il museo è stato inaugurato il 29 ottobre 2015.
Al progetto si chiedeva la riorganizzazione distributiva e funzionale di tutto il complesso, il consolidamento delle strutture, la messa a punto di una dotazione impiantistica adeguata, il restauro conservativo degli elementi originali rimasti e l’allestimento della collezione, il cui nucleo principale è una cospicua parte dell’opera di Arturo Martini. Uno dei temi fondamentali era la facciata: quella esistente, del tutto priva di carattere, non era in grado di rappresentare sulla scena urbana l’istituzione rinnovata.

La nuova facciata si eleva sul podio costituito dalla piccola piazza, anch’essa ridisegnata; le sue rinnovate proporzioni consentono al museo di ritrovare un ruolo urbano pari a quello degli altri edifici istituzionali presenti nel sito: la chiesa, la biblioteca e la porta di città. La parete della facciata preesistente, finita a marmorino bianco analogo a quello della chiesa antistante, costituisce il fondale per la nuova struttura: una controparete profonda circa 70 cm, formata da otto grandi lastre prefabbricate di pietra artificiale, trattate con una texture puntinata che accentua i chiaroscuri dovuti all’esposizione a Sud, e disposte in modo da disegnare una croce, figura che allude alla disposizione dei corpi di fabbrica retrostanti. Le lastre di facciata, la cui coesione è assicurata da un getto di calcestruzzo, sono in graniglia di marmo di Carrara legata da un particolare cemento bianco fotocatalitico; dello stesso materiale, posato dopo un trattamento di acidatura antisdrucciolo,  sono i gradini e il lastricato della piazza; le lastre che costituiscono il portale sono invece levigate. Sulla facciata è stata aperta la “finestra del chiostro”;  essa consente di traguardare dalla piazza, attraverso una doppia arcata liberata dal tamponamento, verso il chiostro Sud, dove si affacciano le sale che ospitano le opere di Arturo Martini; nel chiostro in particolare si trova il gruppo di Adamo ed Eva, che la città di Treviso acquistò tramite sottoscrizione popolare, e che viene così restituita alla vita cittadina.