Ponte Vecchio sul torrente Crevada detto P.te Romano

Arch. Leopoldo Saccon
Arch. Michele Potocnik
Conegliano (Tv)
foto Marco Zanta

Ponte Vecchio sul torrente Crevada detto P.te Romano

Narrazione del progetto

Danneggiato dalle frequenti piene del torrente Crevada fino a farne crollare parte dell’arcata e della spalla nord-ovest, nel 2017 è stato ripristinato integralmente con ricostruzione “all’antica”, mediante centina metallica opportunamente sagomata, in laterizi fatti a mano e pietra conglomeratica locale, la stessa utilizzata per le murature dei timpani e dei parapetti. Mediante riproposizione della medesima apparecchiatura costruttiva con precisa ammorsatura dei laterizi e con il ripristino degli inserti di connessione tra ghiere esterne e corpo laterizio dell’arcata in lunghi spezzoni di massello in pietra di Castellavazzo, integrati da inghisaggio di spine in barre di vetroresina ad alta resistenza, è stata ripristinata l’integrità strutturale dell’arcata. All’accurata pulizia dei paramenti da piante e incrostazioni è seguito il consolidamento in profondità e la stuccatura con malta appositamente confezionata in grassello di calce stagionato e inerti a grana fine, dopo numerose prove per la messa a punto della ricetta e delle modalità di posa. Le attività di scavo condotte con l’assistenza continuativa di archeologo qualificato hanno portato in luce i muri d’ala che proteggevano le basi d’imposta dell’arcata e indagato l’estradosso del ponte, rifoderato in laterizi posati in foglio e sigillato con un riempimento di argilla depurata e ben costipata, su cui poggiava il piano di calpestio inghiaiato. Alcuni reperti moderni (lattine, scatolette di prodotti pubblicizzati nei primi anni ’60) rinvenuti sulla sezione esposta del riempimento in tasche scavate dai gorghi e riempite da sabbie e limi alluvionali potrebbero indicare che l’evento di piena determinante possa essere stato quello tragicamente noto per le popolazioni plavensi e venete del novembre 1966.
In ben tre occasioni il cantiere ha subito le piene del Crevada con danni contenuti anche grazie all’opera provvisionale in palancole infisse nel letto del torrente per la deviazione del flusso e la messa in asciutta alterna tra sponda destra e sinistra delle basi dell’arcata per consentire i lavori sulle fondazioni delle spalle. Tutti gli interventi sono stati eseguiti su incarico e con il coordinamento e la supervisione dei competenti Uffici Tecnici del Comune di Conegliano.

Utilizzo da parte della comunità

Unico passaggio sul torrente Crevada prima della costruzione, poco più a valle, del nuovo ponte (eretto dopo il 1807) lungo la Strada Napoleonica o Maestra d’Italia, (oggi Statale n. 13 “Pontebbana”), per questo ha assunto l’attuale denominazione riferita ai vicini edifici colonici dei Collalto di “Case P.te Vecchio”, come riportata sulla serie storica delle mappe IGM fino al 1977 (edizione aggiornata dall’Amm.ne Provinciale di Treviso) e prima nel Catasto Austriaco.
Il soprannome “Ponte Romano” si deve ad un parere espresso agli inizi del ‘900 dall’allora Ispettore per le Antichità Max Ongaro sulla possibile datazione all’età imperiale delle basi delle pile di spalla in pietra conglomeratici.
Nel 1984 sulla base di questa notizia, peraltro non molto affidabile, nella cartografia tecnica regionale compare come nuova indicazione toponomastica P.te Romano.
Sul sito lungo la pedecollinare “Via Vecchia Trevigiana” esisteva sicuramente sia un guado che un ponte: nel 1280 si nomina infatti il tratto di strada che da Parè giunge usque ad pontem e doveva trattarsi molto probabilmente di una costruzione in legno; poi nel 1300- 1317, le guardie richieste ai villaggi sui punti di ingresso nel territorio di Conegliano, per quelli di “Saran e Guadalto” stazionavano “al ponte di Crevada”; infine Zampetrus del fu Odorico abitava nell’anno 1400 ad pontem Crevade. Il manufatto attuale si può far risalire invece al 3° decennio del sec. XVI, dopo la pacificazione della terraferma veneta che seguì al trattato di Noyon (14 agosto 1516), per le modalità costruttive tipicamente veneziane e per l’analogia con il vicino “Ponte della Madonna” a Conegliano, eretto sul fiume Monticano nel 1524 sotto il podestà veneto Bernardino Miani (distrutto nella ritirata di Caporetto, ottobre 1917).
Il ponte è segnalato nel road-book della ciclabile Monaco-Venezia, itinerario internazionale I.4 nella Rete Escursionistica Veneta e inserito all’interno di una rete di percorsi ciclo pedonali locali e pertanto molto utilizzato sia dalla comunità che dai ciclo-escursionisti.