Ampliamento Museo Abbazia di Novacella

MoDusArchitects
Sandy Attia, Matteo Scagnol
Varna (BZ)
Fotografie Simone Bossi

Ampliamento Museo Abbazia di Novacella

Fondata nel 1142 e situata nella conca coltivata a vigneti della Valle Isarco vicino a Bressanone (Bolzano), l’Abbazia non solo costituisce uno dei complessi architettonici più significativi dell’Alto Adige, ma si distingue anche come prominente Abbazia agostiniana del suo tempo. Come un piccolo villaggio autosufficiente, ogni edificio all’interno del complesso monastico ha svolto un ruolo specifico: le basiliche, le cappelle, i mulini, le botteghe, le cantine e le cascine rappresentavano un nucleo permanente, di cui solo una parte è stata adibita a museo.
Il nostro ampliamento aiuta i visitatori a orientarsi negli spazi dell’Abbazia e si innesta con la sua storia stratificata, proponendo nuovi paradigmi e nuovi vocabolari grazie a un linguaggio architettonico rispettoso del passato ma aperto a nuove declinazioni del futuro. — afferma Matteo Scagnol, co-fondatore con Sandy Attia di MoDusArchitects
Il progetto connota con nuove funzioni vecchi fabbricati e genera inaspettate connessioni tra le strutture ausiliarie e i corpi principali dell’Abbazia. Dall’esterno, l’ampliamento si rivela solo dal ponte rivestito in rame annerito che emerge dai tetti di un gruppo di edifici di servizio ristrutturati e collegati al nucleo dell’Abbazia al livello superiore.
Il progetto scandisce tre interventi distinti di demolizione, ristrutturazione e restauro riunendo le strutture secondarie esistenti in un unico sistema di percorsi collegandolo all’ala seicentesca della Biblioteca Abbaziale.
Il primo edificio, un ex magazzino agrario, è stato liberato di un solaio trasformandolo nell’ampio spazio a doppia altezza, nuovo atrio d’ingresso del museo mantenendo in parte il piano rialzato quale sala espositiva. Il secondo edificio, invece, sostituisce il vecchio lavatoio con una maestosa scala affiancata dalla torre dell’ascensore, divenendo elemento di connessione aerea con l’antica ala del chiostro. La terza e ultima struttura è stata ristrutturata per ospitare al piano terra uno spazio dedicato a seminari ed eventi che si affaccia su un cortile esterno di nuova configurazione e al livello superiore, uno spazio per mostre temporanee e una sala per il coro. Il nuovo atrio accoglie la biglietteria, le vetrine espositive e i grandi lampadari dagli elaborati dettagli in rame, legno e vetro che creano nuovi dialoghi tra i prominenti aggetti del tetto in capriate lignee restaurato e l’intonaco grezzo.
I visitatori escono dall’androne d’ingresso dirigendosi all’esterno per iniziare la loro visita al chiostro dell’Abbazia, il percorso si snoda all’interno del monastero,  raggiungendo ai piani superiori la biblioteca settecentesca per discendere nuovamente all’ingresso che si riallaccia alla nuova aggiunta al livello superiore, alla sommità del vano scala. In questo modo l’intervento è sia il punto di partenza che il punto di arrivo della sequenza museale. Completando la visita e attraversando le antiche mura dell’Abbazia nello spazio del nuovo ponte, una grande vetrata offre un affaccio visivo sul paesaggio: uno scorcio sul tetto dell’ex magazzino agrario ristrutturato che guarda verso la Cappella Sant’Angelo, offrendo viste privilegiate sul giardino recintato dell’Abbazia e sui vigneti al di là di esso.
Pareti in cemento bocciardato a vista, pavimenti in cemento spatolato e imponenti elementi in legno di castagno forniscono uno sfondo materico e tattile per una lettura sequenziale degli spazi che dal punto di partenza delle scale si riconnette all’atrio d’ingresso. Gli elementi architettonici sono tenuti insieme in un equilibrio poetico di toni tenui e materiali naturali; un senso di serenità è infuso attraverso l’uso misurato di una tavolozza di elementi, in cui nuovo e antico si fondono grazie a incursioni discrete: dal parapetto della scala e le aperture, alla finitura di superfici verticali e orizzontali.
Il progetto si arricchisce dell’intervento artistico di Paul Renner le cui interpretazioni romantiche e fantasiose dell’hortus sancti augustini sono in netto contrasto con la sobrietà degli interni. Il pittoresco excursus di Renner sul patrimonio botanico dell’Abbazia si propaga lungo il rivestimento metallico della torre dell’ascensore, lì dove i visitatori scendono dal livello superiore del chiostro per dirigersi verso l’ingresso del museo. Il progetto si confronta con l’eterogeneità delle diverse epoche architettoniche dell’Abbazia di Novacella con un approccio incisivo che orchestra abilmente lessico storico e contemporaneo in un insieme armonioso. Il disegno della sequenza ritmica degli spazi che si alternano a vuoti dalla presenza tangibile, i segni dello scorrere del tempo, e l’essenza più effimera del progetto, che solo i visitatori possono cogliere, proiettano tutto ciò che l’esperienza dell’Abbazia può offrire, nel futuro.