Elisa

Clinicaurbana (Matteo Sartori, Valentino Nicola, Riccardo Miotto)
Coi, Zoldo Alto (BL)
Fotografie Valentino Nicola

Elisa

Storia di un crollo. Il tempo scorre, anno dopo anno la neve si scioglie, l’acqua deteriora le strutture lignee, strappa granelli di terreno dalle fondazioni. Un tabià è monco, il fianco è andato perduto, resta il basamento di pietra. Si decide allora di consolidarlo con una soletta in calcestruzzo, magari un domani qualcuno ricostruirà la parte mancante.
Vent’anni dopo si presenta l’opportunità di ripristinarla per la realizzazione di una dépendance. Il criterio della riparazione guida la logica di progetto, assimilazione e annullamento dell’architettura nel paesaggio, secondo procedure dettate dal Sole, dal vento, dall’umidità. L’integrazione ricalca la sagoma assente completando l’insieme architettonico; nel tempo subirà la progressiva omogeneizzazione del rivestimento in larice a causa degli agenti atmosferici. Il basamento preventivamente consolidato svincola staticamente il nuovo volume ligneo rispetto alla preesistenza, pochi centimetri di vuoto lo separano dalla parete antica. L’intervento è denunciato da variazioni minime nelle aperture e nei rivestimenti come lo slittamento delle finestre, l’arretramento dei serramenti rispetto alla facciata e la parete in lamiera sul retro. Accanto, il tabià resta in stato di abbandono, le assi si staccano, si aprono brecce in attesa di un crollo, in attesa di un progetto.